domenica 2 agosto 2009

Dipinti dell'Accademia 3°anno

Ed eccoci a questo agognato terzo anno. Agognato per voi che leggete, ma credo che rimarrete delusi se da tanta attesa aspettate tanto.

Allora, il mio stile assolutamente personale e anche anti-accademico, se me lo permettete, ha colpito subito i miei colleghi dell'Accademia e persino i miei professori incluso quello di pittura, Marco Neri. Da sempre mi sono considerata, e anche adesso, una "spadaccina" con movenze (del pennello) veloci e scattanti, contrapposta ai "chirurghi"- questi nomi me li sono inventati io - dal polso sempre fermo e dal lavoro minuzioso e questi ultimi erano la maggioranza, ma...
E beh sì, c'è un ma. Dopotutto non si inizia subito alla perfezione, bisogna lavorare per affinare il proprio stile ed è così anche per me. Due cose mi mancavano: la piena padronanza del pennello e il lavoro in serie. Il mio professore diceva che "La potenza è nulla senza il controllo" e poi che il lavoro doveva avere un filo conduttore. I quadri precedenti anche se rappresentavano donne, non avevano qualcosa che specificatamente li univa.
Per la padronanza del pennello allora c'era ancora molto da fare, ma per la serialità invece potevo partire subito e così contrapposi due serie che avevano in comune il ballo e il cielo e si chiamavano: Alba ballerina e Aurora boreale danzante. Di queste due serie vi farò vedere la seconda poiché la prima l'ho voluta donare a delle persone a me molto care.









Non lo considero un lavoro eccelso. Il primo quadro lo giudico di buona fattura, ma gli altri non mi sembrano all'altezza. Così come è successo alla serie Survivor, il buon lavoro finisce al primo quadro. Comunque non li considero dei fallimenti, considerateli come dei tentativi per raggiungere una completa formazione. Inoltre chiedo scusa per la qualità delle foto e poi ho preferito ritrarre i miei quadri nella loro completezza poiché è il movimento ad essere padrone oltre il colore.

C'è una curiosità attorno a questi quadri: i movimenti li avevo presi a caso senza badarci molto. Dopo aver finito mi resi conto che questi movimenti avevano una loro continuità come se fossero dei fotogrammi di uno stesso film. Perciò misi una stella che facesse capire la conseguenza dei movimenti, per far sì che chi guarda viene orientato da questa stella. Decisi nell'ultimo quadro di fare una stella enorme che significasse appunto la fine della danza. I colori di queste piccole creature (i quadri sono tutti della stessa grandezza, 50x50) sono ispirati ovviamente dalle aurore boreali. Non le ho mai viste dal vero, ma le trovo assolutamente meravigliose peccato non essere riuscita a trasmettere questa sensazione.


P.S.: Cercando questi quadri, ne ho trovato uno che consideravo disperso.
Eccolo qua:



E' un paesaggio realmente esistente, l'ho preso da una foto. Solo che sotto quell'arco di pietra c'era un piccola isola rocciosa, ma io ho preferito eliminarla. E' del primo anno. Che ne dite? Ah, non chiedetemi dov'è perché non lo ricordo più.

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