domenica 29 novembre 2009

Gli stereotipi dei bambini

Al primo anno dell'Accademia ho fatto un corso che trattava della forma, della fenomenologia dell'arte e alla fine mi sono scontrata con dei bambini.
Il professore sosteneva che, essendo il disegno una forma d'arte, non si può permettere che i bambini disegnino come pare a loro.
Forse questa cosa vi può sembrare ingiusta, almeno ad alcuni, però come quando si suona qualcosa vengono insegnate delle regole così devono essere insegnate regole anche nel disegno.
Vi ricordate come disegnavate da piccoli? Io mi ricordo che per alcuni anni disegnavo il cielo come una striscia blu attaccata al lato superiore del disegno. Ma mentre io mi stavo evolvendo nel disegno, molti miei compagni rimanevano attaccati a dei preconcetti.
Il professore ci fece vedere alcuni stereotipi di disegni attraverso un "tipico" paesaggio montano: montagne triangolari (così come i tetti delle case) a intervallo uguale, porte grandi quasi quanto le case, alberi che hanno chiome uguali ai cespugli...
E poi ci fece vedere alberi con le loro ombre ed era particolarmente interessante vedere quanto le ombre erano in realtà gli alberi stessi.
Così io, assieme a due miei compagni, ci impegnammo ad andare a sperimentare in una scuola elementare. Presentammo diversi esempi che i bambini dovevano seguire: il disco e la palla, il paesaggio montano, l'uva, il bosco... e vedemmo quanto questi stereotipi erano confermati. Infatti oltre a quegli esempi che ho citato prima, l'uva era raffigurata come un triangolo formato da piccole sfere uguali e tra il disco e la palla non c'era differenza.
La cosa estremamente sconcertante è che cose semplici e comuni come l'uva venivano percepite allo stesso modo da tutti i bambini.
Purtroppo questa cosa poi non è andata avanti anche perché poi questo corso dell'Accademia dura solo un anno eppure io avrei voluto approfondire meglio, continuare perché mi resi conto di quanto gli stereotipi insediano la mente dei bambini.
Forse alcuni di voi diranno che è meglio lasciare maggiore libertà ai bambini, ma come si può chiamare libertà uno stereotipo, qualcosa che assomiglia più ad una prigione mentale?
Sin da quando gli adulti li insediano con i loro modi pensando che i bambini siano stupidi, che tanto non capiscono, li facciamo entrare lentamente in preconcetti e togliamo a loro la capacità di osservare.
Spesso quando un bambino ci presenta un disegno lo riempiamo di complimenti e così diamo già al bambino il motivo di continuare. Invece non sarebbe meglio aiutare il bambino a vedere quanto può essere ricco e variegato il mondo che ci circonda? Capire che la stessa cosa può assumere forme diverse? Con lo stupore e la curiosità, caratteristiche tipiche dei bambini, li conduciamo verso un mondo di meraviglie continue, li portiamo verso ricchezze che terranno sempre con .
Purtroppo vedo che molti adulti sono aridi in questo senso, incapaci di condurre realmente, ma non è colpa loro però così portano altri bambini a pensare come loro.
A volte qualcuno mi chiede perché non insegno l'arte (il mio diploma me lo consente), ma io rimango del tutto interdetta perché per me l'arte sarà sempre un mistero però se mi fosse data la possibilità vorrei aiutare i bambini a disegnare, ma soprattutto a osservare.
Forse è questo il vero significato di "insegnare".

2 commenti:

  1. Interessante argomento. Come i bambini 'vedono' il mondo e in che modo lo rappresentano sulla carta, disegnandolo. Non so se veramente tutti i bambini siano vittime degli stereotipi, mi sembra strano...D'altronde non posso dire quasi niente su questo argomento, perché non ho esperienze a riguardo, nel senso che non sono un insegnante d'arte o comunque non ho contatti diretti coi bambini, perciò non so dire come disegnano. Però visto che ne hai parlato sul tuo blog, mi è venuta un po' di curiosità, e un giorno mi piacerebbe visitare una scuola elementare e osservare i bambini che disegnano. Sarebbe una bellissima esperienza!

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  2. Quando ho visitato la scuola elementare c'erano dei bambini che erano un po' più avanti degli altri, ma erano pochi i bambini così.
    Purtroppo senza volere e senza pensarci, s'impongono ai bambini i nostri "ideali" aridi, poveri di contenuto.
    Questo discorso mi ricorda la critica che Antoine de Saint Exupery fece nelle prime pagine de Il Piccolo Principe.
    Altre critiche fatte sono nella canzone di Giorgio Gaber Non insegnate ai bambini che ho scoperto grazie a Youtube e che ho voluto condividere.

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Grazie per i commenti

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