lunedì 12 aprile 2010

Lisistrata

Oggi parlo del mio nono laboratorio teatrale della non-scuola, Lisistrata eseguito nell'aprile 2009, un anno fa
Lisistrata (trad. colei che scioglie gli eserciti) è tratta dalla commedia omonima di Aristofane e ha una storia semplice, ma innovativa.

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Le donne sono stanche che i loro mariti, e anche i figli, vadano in guerra per poi morire oppure per fare un breve ritorno.
Lisistrata ha in mano la situazione e propone l'unico metodo che potrebbe far desistere gli uomini a continuare a combattere in guerra: lo sciopero del sesso.
Le donne, dapprima entusiaste, si disperdono contrariate, ma Lisistrata le convince che quello dello sciopero è l'unica maniera. Infine spiega che sotto il vestito non dovranno portare niente e che dovranno essere provocanti senza però cedere.
Le donne discutono e alla fine, appena sanno che lo sciopero non sarà per sempre acconsentono definitivamente e dopo aver scelto un inno, si preparano a fronteggiare gli uomini.
Gli uomini, sbigottiti, trovano l'Acropoli occupata dalle donne e mandano un commissario a perlustrare e a parlare con le donne e soprattutto con Lisistrata la quale dichiara il suo intento politico.
Dopo un po' però le donne iniziano a sentire la mancanza di quello e alcune cercano di tornare striscianti dagli uomini, ma Lisistrata ancora dà la forza a queste per continuare lo sciopero.
Saranno infine gli uomini che, vedendo che le donne non si concedono più, tornano striscianti dalle donne in preda a dolori allucinanti e così decidono di fare la pace.

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Lo spettacolo è stato rappresentato all'Auditorium della Fondazione Flaminia (che si occupa dell'Università) e per rappresentava proprio l'Acropoli.
Non cominciava poi con Lisistrata, ma con un'assemblea di guerra e noi donne eravamo per terra che davamo le spalle al pubblico.
Gli interventi politici poi erano sempre gli stessi e ripetitivi e noi donne lentamente ci alziamo, ci voltiamo verso il pubblico (la prima fila era a meno di un metro di distanza ed era molto visibile) e ci chiudiamo gli occhi per parlare e poi chiniamo la testa come marionette.
Io ero una parte del coro e diciamo che ho avuto il mio momento cantando, non tutto il testo, Gli uomini non cambiano con voce roca. Le altre donne, tranne Lisistrata, erano dietro di me e mi guardavano in malo modo, ma appena c'era il ritornello tutte abbaiavano e ululavano con me per poi essere scoperte dagli uomini.



Lisistrata
Lisistrata arringa le donne di Atene


disegni di Aubrey Beardsley (1872 - 1898), illustratore, pittore e scrittore inglese
Una cosa: se pensate che gli Antichi scrivevano con un linguaggio aulico beh non avete letto Aristofane. Non era la prima volta che affrontavo un suo testo visto che avevo già fatto Gli Uccelli (animali), ma era la prima volta che leggevo un testo suo (per Gli Uccelli ci eravamo affidati a una riscrittura): sono presenti oscenità, una libertà di linguaggio incredibile (a lungo criticata a suo tempo), volgarità che però fanno sorridere per la fantasia. E' ovvio che poi dipende dalle edizioni però provate a leggere una commedia di Aristofane.

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