venerdì 30 dicembre 2011

L'anno nuovo


Indovinami, indovino,
tu che leggi nel destino:
l’anno nuovo come sarà?
Bello, brutto o metà e metà?
Trovo stampato nei miei libroni
che avrà di certo quattro stagioni,
dodici mesi, ciascuno al suo posto,
un carnevale e un ferragosto,
e il giorno dopo il lunedì
sarà sempre un martedì.
Di più per ora scritto non trovo
nel destino dell’anno nuovo:
per il resto anche quest’anno
sarà come gli uomini lo faranno.

 
Così come è successo per il Natale (clicca qui), mi sono affidata a una poesia di Gianni Rodari.
Finalmente arriva il 2012.  Dico finalmente perché dopo tutte queste congetture sulla presunta fine del mondo, ora ci aspetta una sola cosa: arrivare a quel giorno per toglierci definitivamente il pensiero. Oppure altri troveranno altre leggende che parlano di fine del mondo.
Però c'è una cosa da dire: il mondo è finito così tante volte per dare spazio ad un altro.
Provate a pensare al mondo al tempo degli Antichi Egizi, Greci e Romani. Oppure al mondo rinascimentale, a quello barocco, a quello industriale e adesso a questo.
So benissimo che per "fine del mondo" spesso si intende che la vita cesserà. Lo dicono i terremoti, secondo quelli delle congetture. Ma i terremoti, i disastri naturali sempre ci sono stati e sempre ci saranno solo che una volta anche solo cento anni fa non potevamo sapere se in una zona sperduta del mondo ci sia stato qualcosa. Come potevamo? Non avevamo i mezzi.
E poi crisi, crisi, non si sente parlare d'altro. Ogni epoca ha avuto la sua crisi, ma cosa vuole dire in realtà "crisi"? Significa "cambiamento", significa che c'è bisogno di attuare un cambiamento.
E' l'essere ciechi di fronte alla necessità di un cambiamento che ci fa stare male, stiamo resistendo con forze immani quando potremmo usarle per stare bene.
 
 
Fine? La vita è un'energia, non è mai nata e mai morirà: si trasforma.
 
Quello che per un bruco è la fine del mondo, per il resto del mondo è una farfalla
(Lao Tze)



 
E' tutto nelle vostre mani. Lasciate che sia la vostra natura ad agire così come un seme cresce e buca la terra.


Buon anno nuovo a tutti voi e vi lascio con un pensiero che mi ha risollevato così tante volte:  Le cose cambiano per natura.
 

.

mercoledì 28 dicembre 2011

Le vere storie di Mulan e Pocahontas

Feste di Natale, tempo non solo dei film cinepanettoni (che sorprendentemente l'ultimo sta avendo un calo rispetto agli altri anni), ma anche di quelli disneyani.
Da bambina con mia nonna materna andavo al cinema e così ho visto La Sirenetta (1989), Bianca e Bernie nella terra dei canguri (1990), La Bella e la Bestia (1991), Aladdin (1992) e Il re leone (1993).
Inoltre, come forse avete notato, le feste natalizie sono l'ideale per trasmetterli in tv e così ieri hanno trasmesso prima Mulan e poi Pocahontas.
La Disney come spesso succede, cambia la storia, le adatta, ma bisogna considerare anche che storie come le favole dei Grimm o di Perrault sono state adattate, cambiate. Per esempio nella prima versione di Cappuccetto Rosso non c'era il cacciatore oppure in una versione de La bella addormentata, la storia continua facendo entrare il personaggio della madre del principe, un'orchessa.
Discorso diverso meritano le storie che appartengono all'autore perché di sua invenzione come Pinocchio di Collodi (la maggior parte degli americani non conosce la storia originale) e La Sirenetta di Andersen.
Questo discorso serve per andare alle origini di Mulan e Pocahontas.



Queste due eroine, che vanno a toccare rispettivamente l'Estremo Oriente e il Lontano Occidente, sono esistite. Per quanto riguarda Pocahontas non ci sono dubbi. Invece per Mulan, non ci sono prove certe. Le sue avventure sono raccontate in una ballata.


martedì 27 dicembre 2011

L'albero (2010)



Ah e quindi tuo padre si è rifugiato in un albero? Ok, ma come farà d'ora in poi a mantenerci?


Siamo in una cittadina del Queensland nell'aperta campagna australiana e la famiglia O'Neal è felice finché  il padre muore improvvisamente.
La madre Dawn e i suoi quattro figli cercano di reagire al meglio delle proprie possibilità e la più sperduta è proprio Dawn.
Ognuno si isola nel suo dolore, ma sarà proprio la terza figlia, Simone di otto anni, a guidare gli altri anche se vista con sospetto. Infatti trova il conforto nell'albero del giardino, un splendido e maestoso fico (un Ficus macrophylla per essere precisi), convinta che l'anima del padre si sia "reincarnata" proprio in quell'albero.




domenica 25 dicembre 2011

All is full of love

Qualunque sia la vostra origine, la vostra posizione, se siete bambini o adulti, ricchi o poveri, di qualsiasi religione voi siete oppure se non ci credete, chiunque voi siate, alla fine è l'amore è che ci accomuna.




Ti daranno amore 
Si prenderanno cura di te 
Ti daranno amore 
Devi crederci 

Forse non dalle fonti 
Dove ci hai versato il tuo 
Forse non dalle indicazioni 
che stai fissando 

guardati un po' intorno 
E' tutto intorno a te 
tutto è pieno d'amore 
tutto intorno a te 

E' tutto intorno a te 
solo che non ne stai ricevendo 
tutto è pieno d'amore 
Il tuo telefono è staccato 
tutto è pieno d'amore 
Le tue porte sono chiuse 
tutto è pieno d'amore 

tutto è pieno d'amore 
tutto è pieno d'amore 
tutto è pieno d'amore 
tutto è pieno d'amore 




Tutto è pieno d'amore, devi crederci.

sabato 24 dicembre 2011

Natale tutto l'anno


Se comandasse lo zampognaro
che scende per il viale,
sai che cosa direbbe
il giorno di Natale?
“Voglio che in ogni casa
spunti dal pavimento
un albero fiorito
di stelle d'oro e d'argento”.

Se comandasse il passero
che sulla neve zampetta,
sai che cosa direbbe
con la voce che cinguetta?
“Voglio che i bimbi trovino,
quando il lume sarà acceso
tutti i doni sognati
più uno, per buon peso”.

Se comandasse il pastore
del presepio di cartone
sai che legge farebbe,
firmandola col suo bastone?
"Voglio che oggi non pianga
nel mondo un solo bambino,
che abbiano lo stesso sorriso
il bianco, il moro, il giallo."

Sapete che cosa vi dico,
io che non comando niente?
Tutte queste belle cose
accadranno facilmente.

Se ci diamo la mano,
i miracoli si faranno,
e il giorno di Natale
durerà tutto l'anno.

 
Gianni Rodari (Omegna, 1920 - Roma, 1980) è stato uno degli autori che mi hanno accompagnato durante l'infanzia. Aveva il dono della leggerezza e alcuni suoi libri me li ricordo come Il libro degli errori e La freccia azzurra ovviamente.
Era un uomo che parlava direttamente ai bambini. Sembrava quasi che lui stesso non fosse mai cresciuto un po' come Peter Pan.
Ecco cosa disse di lui Roberto Piumini, autore tra l'altro de Lo stralisco, un altro libro che ho molto apprezzato e che ne avevo già parlato qui.

La natura di Gianni Rodari è interessante:
barbe-capanne e orsi pescatori,
pantofole che crescono su piante
nuvole pazze e neve a colori,
monti in cammino e isole che vanno,
stelle di gatti e fulmini scagliati,
corse di tartarughe lunghe un anno,
cammelli saggi e nasi scambiati.
E mentre leggi, la tua mente ride,
danza e corre e vola qua e là,
immagina, partecipa, decide,
e inventa il gioco della libertà.
 
 
E' il mondo della libertà ed è ciò che vi auguro: sentirvi leggeri e liberi come bambini...



Peter Pan di Lele Luzzati, uno degli illustratori di Rodari

... non solo a Natale.


venerdì 23 dicembre 2011

Volete bene agli alberi?

Chi mi segue da tanto lo sa e per quelli che invece mi seguono da poco, lo ripeto: io amo gli alberi!
Immagino che molti di voi abbiano già addobbato l'albero di Natale.
Da piccola l'albero che avevo era finto e a me andava benissimo così: mi preoccupava molto cosa ne sarebbe stato di lui dopo il Natale. Tagliare un albero, addobbarlo per poi buttarlo via non era il massimo per me.
Purtroppo ci accorgiamo che ci sono degli alberi a Natale perché ci servono.
Questa tradizione è antica, addirittura pre-cristiana ed era di buon auspicio per la stagione fredda.
Gli alberi hanno rappresentato molto nella cultura antica. Non solo fornivano il legname come ancora adesso, ma erano considerati al pari degli dei.
Poi hanno cominciato ad essere divinità minori come le ninfe degli alberi, le driadi e le amadriadi (c'è una sostanziale differenza: le driadi potevano muoversi lontano dal loro albero mentre le amadriadi no vivevano dentro esso e morivano con esso).


La Driade di Evelyn de Morgan

Uscite da' vostri alberi, o pietose Amadriadi, sollicite conservatrici di quelli, e parate un poco mente al fiero supplicio che le mie mani testé mi apparecchiano. E voi, o Driadi, formosissime donzelle de le alte selve, le quali non una volta ma mille hanno i nostri pastori a prima sera vedute in cerchio danzare all'ombra de le fredde noci, con li capelli biondissimi e lunghi pendenti dietro le bianche spalle, fate, vi prego, se non sète insieme con la mia poco stabile fortuna mutate, che la mia morte fra queste ombre non si taccia, ma sempre si estenda più di giorno in giorno ne li futuri secoli, acciò che quel tempo il quale da la vita si manca, a la fama si supplisca. (da Arcadia di Iacopo Sannazaro)


martedì 20 dicembre 2011

Se c'è chi crede in Dio, perché un bambino non dovrebbe credere a Babbo Natale?

-5 giorni al Natale.



Merry Old Santa Clause di Thomas Nast, 1881


Ai bambini viene chiesto se hanno scritto la letterina a Babbo Natale, poi quando sono più grandicelli viene detto loro che Babbo Natale non esiste e che a portare i regali sono proprio loro, i genitori.
Non so voi, ma secondo me Babbo Natale è molto più dei regali, per me è come un dio dei bambini. E a proposito, perché se c'è chi crede in Dio, non possono esserci dei bambini che possono credere a Babbo Natale? Forse perché per Babbo Natale è impossibile portare i regali in tutto il mondo anche avendo a disposizione tutte le migliori tecnologie e tutti i fusi orari?
Ma da quando in qua credere si collega a qualcosa che è fattibile?
Vi sembra fattibile (chiedo scusa se posso sembrare blasfema, ma è solo per fare un esempio) che Maria, vergine, abbia avuto un figlio?!!!
Oppure dicono che Babbo Natale è un "dio" infantile e ancora una volta questo aggettivo sembra essere dispregiativo, ma non ha forse più importanza il credere?
Molti adulti tendono a misurare in quantità e con questa caratteristica contagiono anche i loro stessi figli (Guarda quanti regali ti ha portato Babbo Natale. Vuol dire che sei stato tanto buono).
Perché per una volta non lasciate che siano i bambini a dire come è giusto che sia il Natale? La vedo un po' difficile perché molti adulti detestano essere corretti soprattutto da dei bambini.
Perché per una volta non sono i bambini a condurre i grandi verso il Natale? Magari questi stessi grandi ritroveranno uno stupore e una meraviglia che credevano perduti.

venerdì 16 dicembre 2011

I cinepanettoni non mi rappresentano



Brindate, brindate tanto non vengo. Questa volta non mi avrete


E così, puntuale come l'influenza, arriva il cinepanettone. Già i canditi del panettone non mi piacciono tanto se poi stiamo anche ad analizzare gli "ingredienti" del cinepanettone, crollo in preda a un'indigestione fulminea.
Ormai non se ne può più tanto le cose non cambiano, la trama è sempre quella.
Ma allora perché la gente va a vederlo?
Alcuni mi dicono perché vogliono ridere e non ne vogliono sapere di film impegnati. Già questa distinzione tra film leggeri e impegnati mi fa rabbrividire: alcuni film anche se leggeri, possono rivelare un'anima impegnata. E poi ridere. Ma di cosa?
Il cinepanettone è una delle poche cose che escludo a priori. Di solito prima di dire qualcosa, tasto, provo anche a costo di dire ehm no, potevo a farne a meno. Ma col cinepanettone mi sono sempre tirata fuori finché il 31 dicembre 2010, quasi un anno fa quindi, sono stata costretta a vederlo. Costretta perché i due amici della mia amica avevano prenotato per un film divertente senza neanche dirci il titolo.

In quelle due ore ho fatto un viaggio nei gironi infernali e non avevo neanche Dante o Virgilio ad accompagnarmi. Beatrice poi non ne parliamo, lei sta nel Paradiso.

E poi sento dire, mi sa da Christian De Sica, che i film cinepanettone sono quelli che rappresentano al meglio gli italiani per questo la gente li va a vedere. Benissimo, le cose sono due: o io non sono italiana oppure non sono quel tipo di italiana.
Opterei per la seconda: io non accetto di essere rappresentata in quel modo e questo non vuol dire che io sia una tutta casa e chiesa, che non dice mai le parolacce, che non fa figuracce, insomma non sono una santarellina. Sono solo una ragazza che non accetta di essere rappresentata da uno stupido stereotipo.
Poi va a dire che le oscenità sono sempre state usate. Giusto e sin dall'antichità. Avete mai letto Lisistrata di Aristofane (drammaturgo dell'Antica Grecia)? Se non l'avete fatto, provateci: è pieno di allusioni sessuali divertenti. Ma allora non erano gratuite e avevano persino un senso perché c'è una storia dietro.
La storia di questo film qual è?


Qui quello che ho scritto riguardo a Natale in Sudafrica:

Riflessioni sull'arte tratte da Dylan Dog




Intervistatore: Allora Charlie... Vorrei cominciare da una recensione di Geoffrey Fuffs al tuo ultimo libro: "I giovani prendono Chivazky come la legittimazione letteraria di ogni disgusto esistenziale..." Che mi dici in proposito?
Charlie Chivazky: Vedi, Ben, credo che ci sia un equivoco alla base del ragionamento dell'esimio Fuffs... Fuffs parla come uno che si aspetta qualcosa dagli scrittori. Arte, cultura... Cavolate del genere. Ha un'alta concezione della scrittura, il che è profondamente sbagliato.
I.: Beh... La letteratura nasce dall'ingegno umano... esprime le nostre aspirazioni, i nostri sentimenti... I letterati sono artisti. O quantomeno dovrebbero esserlo.
C.C.:  Va bene. Cos'è lo scrittore nella concezione popolare? Uno che ha fantasia. Ma in concreto cos'è la fantasia?
I.: Beh... La fantasia non è esattamente concreta... E' un po' difficile da definire.
C.C.: Sbagliato. Gli antichi greci, per esempio avevano le idee chiare in proposito.
I.: Gli... antichi greci?
C.C.: Certo. Scusa se parlo degli antichi greci, Ben, lo so che non fanno audience. Però se vuoi posso mettermi a ruttare, o a dire a un noto critico che può anche andare aff...
I.: (interrompendo perplesso e imbarazzato) Ehm... Sono sicuro che al nostro pubblico interessa sapere degli antichi greci, Charlie.
C.C.: Mmm... Okay. (serio) Quella che noi chiamiamo ispirazione i greci la chiamano zeia mania... Un'espressione che potremmo tradurre all'incirca con "divina follia"... Per i greci lo scrittore era un invasato. (voce fuori campo) Era un posseduto degli dei...o, se preferite, dei demoni.
I.: (toccandosi il nastrino sogghignando) Mmm... Quindi scrivere sarebbe un atto liberatorio? Scrivere significa liberarsi dei demoni?
C.C.: (ancora più serio e colpendosi il palmo sinistro con il pugno destro) Risposta sbagliata, Ben. E' esattamente il contrario. Significa tenerseli dentro... Imprigionarli. Vedi bello, il fatto è che viviamo in un mondo schifoso. Respiriamo gas tossici, ci arrabattiamo per pagare con le tasse gli yacht e i gioielli dei nostri uomini politici... Abbiamo droga, aids, code ai semafori... E siamo tutti sotto pression. Siamo tutti posseduti dai demoni. Per liberarsene, c'è chi prende una pistola e massacra un po' di gente in metropolitana, c'è chi si inietta porcherie nelle vene, chi tortura i cani, e c'è chi butta i figli dentro un cassonetto della spazzatura... Lo scrittore, invece, scrive, Tira fuori i demoni e li imprigiona sulla pagina, tra le righe. Li schiaccia là sopra e loro sono in trappola.
I.: Allora, Charlie... Per te l'arte non è una forma di elevazione dello spirito umano?
C.C.: (contrariato) Naah... Se voglio elevarmi, metto le scarpe con il rialzo. Scrivere è solo una questione di sopravvivenza.


lunedì 12 dicembre 2011

Le donne per le donne e non solo...

Dopo 10 mesi, le donne di Se non ora quando? sono ritornate in piazza e così anche a Ravenna.
Così come ho partecipato l'altra volta (clicca qui) anche questa volta mi sono fatta avanti ed ero avanti visto che ero in prima linea con il manifesto.

foto presa da Ravennanotizie. Io sono quella che sta portando il manifesto con sfondo bianco e sopra colorato. Sto portando il "se"


Le strade erano piene, come si può immaginare, di persone che andavano a comprare regali e noi eravamo lì ancora. Non siamo mai andate via.
Non è stata solo un'occasione per ricordare di tutte le iniquità che ancora ci sono per le donne, ma anche di ricordare che se ci sono dei tagli, questi però non vanno ad intaccare per esempio i servizi militari.
Vi lascio al video di ravenna web tv dove compaio anch'io




A dir la verità non sapevo che era una manifestazione itinerante (negli incontri precedenti con l'organizzazione non sono riuscita ad andarci) e così avevo preparato un discorso. Visto che sarebbe stato impossibile dirlo a quella telecamera per i tempi corti, ve lo scrivo qua sotto:


Secoli fa, le donne erano educate solo per sposare il miglior partito in circolazione. Uomini facoltosi guardavano giovani ricche e inesperte del mondo come vacche da riproduzione e le misuravano il bacino: doveva essere il contenitore per un erede, preferibilmente maschio e di buona salute.
Secoli fa, le donne servivano come muse ispiratrice, ma se avevano attitudini artistiche, erano viste con sospetto e non bastava avere il padre famoso come le pittrici Artemisia Gentileschi o la nostra concittadina Barbara Longhi (è ravennate infatti. Potete vedere le sue opere qui verso la fine).
Secoli fa le donne povere, se volevano essere colte o anche mangiare, finivano per diventare cortigiane.
Le donne si sono dovute impegnare il doppio per ottenere anche solo la metà e questo succede ancora adesso. Il sesso fa ancora differenza.
E poi, perché per dire di una donna tosta si dice che ha le palle?!
Cos'ha che non va la vagina? La trovate debole, priva di significato?
Noi donne non ci dobbiamo vergognare di essere nate in questa forma e che gli uomini che sottomettono in tutti i modi le donne, si ricordino che nel loro patrimonio genetico hanno l'X, il cromosoma femminile.
Lilith è scappata da Adamo perché non la riteneva sua eguale ed è stata tramandata come un demone.
Giovanna d'Arco, per comandare uno stuolo di uomini, si è dovuta tagliare i capelli e così, come molte altre donne nel passato e ancora adesso, ha dovuto rinnegare la sua stessa femminilità.
Quale sacrificio per essere al pari degli uomini.
Ma credete davvero che la femminilità sia tutta fiori e smancerie? Guardate negli occhi di una donna tenace, che non si arrende, che ha accettato tutto di se stessa e vedrete una forza che non è paragonabile a nessun muscolo da culturista.


Cos'altro posso dire?
Vorrei specificare un'ultima cosa agli uomini: che non si sentino discriminati oppure anche esclusi da queste manifestazioni.
Non è contro di loro che ci muoviamo o meglio io (parlo per me perché delle altre non so, ma credo che sarebbero d'accordo) o almeno non in senso generale.
Mia Martini cantava che Gli uomini non cambiano però alla fine diceva che gli uomini che cambiano sono quelli innamorati.


Se anche voi volete dire qualcosa, commentate pure. Sia chiaro che l'educazione però è importante anche per dire ciò che è contrario.


Aggiornamento 13 dicembre 2011:

Ecco altre foto


questa stessa foto, dove mi si vede molto bene, compare anche nel sito di Ravenna e dintorni (clicca qui) dove poi ci sono anche le altre foto.




ed ecco un video dove si possono vedere bene anche i messaggi lasciati




Su Internet ho letto che questa seconda manifestazione è passata un po' in sordina soprattutto rispetto a quella di febbraio. Se mi permettete, dico che essere tante o poche ha un'importanza relativa. E' la voce di ognuna che ha importanza, anche una voce muta dettata solo dalla presenza fisica. Poi è importante se si riescono a raggiungere le altre persone, non solo donne.


domenica 11 dicembre 2011

Parigi val bene un viaggio. O no?

Sono arrivata adesso dal cinema: ho visto Midnight in Paris, l'ultimo film di Woody Allen. Mi sono divertita come non mai.



Ho con me il messaggio finale (quale? guardatelo) e adesso stavo riflettendo ad una cosa: Parigi è diventata la nuova India?!
Avete dei problemi sentimentali? Vi sentite nei guai con il lavoro? I vostri amici non vi comprendono più? Oppure vi sentite così tremendamente soli che vorreste solo sparire?
Lasciate perdere l'India: è troppo lontana. Andate a Parigi perché Parigi ha la chiave. Quale?



E andate a Parigi dove tutto è un sogno, ma poi ci si deve svegliare o no? E allora tutto rientra ancora nella terribile realtà quotidiana? Allora scusate che cosa vi ha insegnato Parigi? Oppure cosa ancora più importante: si deve per forza andare a Parigi per scoprire realtà che sono dentro di noi? Se vi è necessario andateci, ma rendetevi conto che quel viaggio lo state compiendo in realtà dentro di voi.
Certo Parigi è bella da vedere, ci sono tantissime cose, ma se ci andate solo perché aspettate l'illuminazione provate a guardare l'angolo della vostra casa. Forse la troverete anche lì.
Magari volete rivoluzionare la vostra vita, mollare tutto e va benissimo, ma prima provate a guardare il vostro angolo. E' lì e state pur certi che non si muove. Guardatelo e provate a vederci in mezzo.
Non siete convinti? Va benissimo andare a Parigi: spesso si deve realizzare il proprio percorso per riconoscerlo, ma tenetevi stretto il messaggio con voi. Non lasciatelo andare via.





Mi raccomando.


P.S.: L'amore del protagonista per Parigi di notte mi fa pensare all'amore per la mia città di notte. Dite che Ravenna non è come Parigi? Può darsi, ma io vivo qui a Ravenna e di notte è davvero stupenda. E poi chissà magari un giorno incontro Galla Placidia, Lord Byron, Klimt, Dante Alighieri, Teodorico, Odoacre, Amalasunta, Jung, Guidarello Guidarelli, Oscar Wilde ecc..., tutte personalità che hanno toccato il mio stesso suolo.

sabato 10 dicembre 2011

Interstella 5555 - The 5tory of the 5ecret 5tar 5ystem




Siamo in un pianeta lontano della Galassia. No, non siamo in Guerre Stellari.
Allora, siamo in un pianeta lontano della Galassia e tre uomini e una donna blu...



mercoledì 7 dicembre 2011

Holly, la modella nuda

Lo dico sempre e lo ripeto: il corpo nudo è una straordinaria forma d'arte.
E' la mercificazione che lo umilia, che lo rende volgare. Un corpo può essere volgare anche se completamente vestito.

"Passeggiando" in Internet, mi sono imbattuta in una foto e questa è stata la chiave di un blog incentrato sul nudo, e non solo, di una modella inglese, Holly (qui il blog e qui il sito)

Capelli rossi, pelle chiarissima e occhi verdi (e già questo mix mi fa scattare l'invidia XD), con un viso particolare che un po' mi ricorda la modella, inglese pure lei, Lily Cole (questa qui, anche se la Cole ha un viso più tondeggiante), Holly o Ivory Flame viene fotografata in diversi aspetti, con diverse ambientazioni e da diversi fotografi (ai quali ovviamente appartengono le foto).

Ecco a voi alcune foto che ho scelto:













Che ve ne pare?

Io le trovo davvero raffinate e sensuali.

Ho scelto delle foto dove, se c'è, il nudo fosse velato anche perché magari a qualcuno non interessa tanto però se come me siete d'accordo con quanto detto all'inizio allora vi consiglio di darci un'occhiata.



lunedì 5 dicembre 2011

Rosa rosae...

E' il primo lunedì di dicembre.
Già ci sono le luminarie natalizie da alcuni giorni e il freddo si fa sentire.
Fra un po' nevicherà se da voi non lo ha già fatto.
Ebbene vi voglio dedicare foto realizzate da me su sua maestà, la rosa.
Anche se la rosa è considerata la regina dei fiori, è pur sempre una regina umile: non disdegna gli angoli, il terreno che le è stato dato.
A lei basta solo crescere nella sua magnificenza e si lascia guardare senza chiedere niente se non di lasciarla lì.
Eccole qui intervallate da poesie e citazioni.



La rosa di Jorge Luis Borges

La rosa,
l’immarcescibile rosa che non canto,
quella che è peso e fragranza,
quella del nero giardino nell’alta notte,
quella di qualsiasi giardino e qualsiasi sera,
la rosa che risorge dalla tenue
cenere per l’arte dell’alchimia,
la rosa dei persiani e di Ariosto,
quella che sempre sta sola,
quella che sempre è la rosa delle rose,
il giovane fiore platonico,
l’ardente e cieca rosa che non canto,
la rosa irraggiungibile.


domenica 4 dicembre 2011

In capo al mondo



Secondo voi in capo al mondo chi ci sta? Quale presenza governa?
Capo non lo intendo come entità direttiva, ma come inizio.
Questo era il tema del concorso al quale ho partecipato il 1° ottobre da Dimensioni Variabili (lo stesso gruppo che ha organizzato Ravenna I Park Art) e che poi dagli schizzi prodotti realizzati dai partecipanti e da quelli sviluppati dai finalisti è nata una mostra che è stata inaugurata venerdì e dura fino al 14.
Per la mostra ci è stato chiedere di realizzare uno scritto ed ecco il mio:

E' da un po' che disegno donne in forma di albero. Vedo in loro una saggezza sconosciuta e quindi l'ho trovata adatta per il tema del concorso poiché la vedo "in capo al mondo". Non una creatura aliena (anche se adesso nel pensarci un po' la trovo aliena), ma terrestre anche se fantastica.
Una creatura a noi vicina anche se in veste nuova, un misto tra carne e corteccia.
Una creatura che ha le radici nella terra e che ascende al cielo.

Cosa ne pensate? E voi chi o cosa pensate ci sia "in capo al mondo"?


P.S.: Non sono arrivata tra i finalisti anche perché saremmo stati una trentina e si dovevano scegliere 5 schizzi per poi svilupparli. I due vincitori ex-aequo hanno avuto una loro personale con altri lavori oltre a quello vincitore.

P.P.S.: Ecco due foto di me (clicca qui e qui) mentre sto disegnando. Sono state realizzate da chi fa parte dell'organizzazione.

sabato 3 dicembre 2011

100 anni di Nino Rota

E così, sempre grazie ai doodle di Google, oggi scopro che Nino Rota compirebbe 100 anni se fosse ancora vivo: è morto nel 1979.




Nino Rota ha composto alcune delle colonne sonore più riconoscibili nei film, musiche epiche che fanno parte della memoria di chi almeno ha visto una volta il film oppure anche no.
Perché al solo sentire anche l'inizio ci si ricollega subito al film.
Potere della musica.

mercoledì 30 novembre 2011

Polemiche contro Marco Martinelli a Lamezia Terme, Calabria

E così dopo le polemiche contro la compagnia teatrale Societas Raffaello Sanzio (vedi qui) ecco che altre polemiche fioccano e questa volta contro Marco Martinelli, regista, drammaturgo nonché co-fondatore della compagnia teatrale le Albe.


Ormai da anni, Martinelli non è più guida dei laboratori non-scuola qui a Ravenna, ma sta portando questo concetto di teatro con ragazzi in giro per l'Italia e anche per il mondo.
Ultimamente ci sono state polemiche a Lamezia Terme in Calabria forse per la presenza di ragazzi rom sul palco, per alcuni burocrati del Comune, per alcuni gruppi che non vedevano di buon occhio quest'"invasore" da Ravenna.
L'assessore alla Cultura Tano Grasso, che ha voluto fermamente lo spettacolo non-scuola Capusutta, si è dimesso prima del debutto perché sentiva di non poter più lavorare: qualcosa gli remava contro.

C'è una cosa che spesso manca quando ci si imbatte a opere d'arte o spettacoli ed è l'ascolto.

E' fondamentale prima ascoltare, non escludere a priori, ma l'ascolto impone l'attenzione, la partecipazione e spesso ti porta concetti che magari non ti piacciono oppure che addirittura vanno contro i tuoi.

Comunque lo spettacolo alla fine, Martinelli ha rassicurato me ed altri in un incontro, che lo spettacolo è andato tutto bene. E poi lui non è nuovo a sfide: già alcuni anni fa, per fare un esempio, lui e alcuni attori delle Albe sono andati a portare la non-scuola ai ragazzi di Scampia dopo una provocazione del critico Goffredo Fofi.

qui potrete trovare il suo diario

fonte: Ravenna&dintorni

martedì 29 novembre 2011

Pay a blogger day: quanto può valere un blog?

Apprendo da Hobina che oggi è il Pay blogger day, una giornata per tutti i blogger che non guadagnano niente.



E così ho voluto calcolare, giusto così per ridere, quanto "vale" il mio blog.

Risultato?



Ebbene, non ho ancora guadagnato il biglietto per il SXSW ovvero il South by Southwest, uno dei più grandi festival musicali che c'è ad Austin, Texas.



Naturalmente l'ho fatto in maniera ironica perché non credo proprio che il valore del proprio blog si possa quantificare.
Ci sono blog che guadagnano e buon per loro e alcuni di questi sono validi, ma altri alla fine diventano un campionario di marchette.
Se ho deciso di iniziare a scrivere questo blog l'ho fatto soprattutto per condividere non solo quello che realizzo, ma pensieri, riflessioni, immagini e altro ancora.
E' un lavoro di condivisione e a volte ho imparato io stessa perché a volte cercando qualcosa, questo ha dato il via ad altre cose che magari io non sapevo.

Io sono contentissima di avere questo blog e non credo si possa quantificare il valore dagli spettatori fissi (ne ho 66 nel momento in cui scrivo) o dai commenti che ci sono (molti post non ne hanno neanche uno).
Non è una gara, è una condivisione e ringrazio tutti voi, tutti voi che mi seguite, che leggete indipendentemente dal fatto che ritornerete o no.
Come dico sempre: siete i benvenuti.

domenica 27 novembre 2011

Il tempo delle azioni quotidiane di Jan Vermeer

Molto di quello che scrivo qua nel blog mi viene suggerito da frasi che a volte mi capita leggere o sentire nella vita quotidiana ed è proprio la vita quotidiana, la presenza in essa il soggetto di questo mio post.
In questo libro si parlava di come il pittore Jan Vermeer abbia ritratto donne intente in un'attività che può sembrare banale, ma illuminata da una luce particolare.
Se non sapete chi è Vermeer vi dico che è lui che ha dipinto il famoso quadro La ragazza con l'orecchino di perla anche se prima del libro e del film omonimi lo conoscevo come La ragazza con il turbante.
Comunque, è una luce particolare quella dei dipinti che verranno, una luce che le donne conoscono bene. Troppe volte accusate di essere frivole, in realtà stanno svolgendo piccole attività quotidiane dove lei presente.
E' un atto quasi sacro (un po' come quello del filare raccontato qui).
E' un tempo effimero eppure dilata la nostra percezione su di esso: il tempo come lo conosciamo non esiste più, non ci spaventa più niente e ci sembra di essere eterni.

Vi lascio alle immagini e provate a sentire il gesto teso, la luce gentile e lo sguardo intento di queste donne.
In quel momento appartengono solo a loro stesse.


La lattaia o La donna di cucina, 1660 ca.


La merlettaia, tra il 1669 e il 1670


Donna che legge una lettera ad una finestra aperta, 1657


Giovane donna con collana di perle, 1662 ca.


Giovane donna con un liuto vicina ad una finestra, 1663 ca.


Giovane donna con un boccale d'acqua, tra il 1660 e il 1662


Donna che tiene una bilancia, tra il 1662 e il 1663


La vita quotidiana è fonte inesauribile di sorprese se si è presenti e per cominciare basta partire dalle piccole cose.
Solo allora vedrete la luce che c'è in questi quadri.

sabato 26 novembre 2011

Chiara Vigo e il bisso, la seta del mare

Sabato scorso sono andata a un incontro al Liceo Artistico "Nervi" di Ravenna perché sapevo che ci sarebbe stata Chiara Vigo, Maestro del bisso.



Che cos'è il bisso? E' un tessuto di origine animale molto sottile, ben più sottile del cachemire. Ma ha un'altra particolarità: l'animale proviene dal mare.
E' un tessuto rarissimo. Infatti Chiara Vigo, questa signora sarda dell'isola di Sant'Antioco, è l'unica a livello internazionale che si occupa di ciò ed è una pratica antichissima: lei stessa segue le tradizioni come quello che realizza non è suo perché proviene dal mare.
Proprio per la sua preziosità, veniva utilizzato in antichità per i potenti.
Ma ora vi lascio ai video che ho realizzato.
L'incontro è suddiviso in tre video e in totale è più di 40 minuti. Ma se decidete di vederli tutti, capirete che ne vale la pena: Chiara Vigo è una signora tosta, che sa quello che fa e molto caparbia.
Lei è una Sacerdotessa.








Il suo sito (clicca qui)


Curiosità: in uno dei video si parla dello stemma di Taranto dove c'è Nettuno in sella ad un delfino che ha in una mano il forcone e nell'altra un bisso. Eccolo qua:

o



Aggiornamento 22 gennaio 2016: Stamattina vedo che c'è questa petizione su Change, promossa dall'attrice Maria Grazia Cucinotta, che intende preservare il sapere antico del bisso e quindi aiutare Chiara Vigo.


venerdì 25 novembre 2011

Violenza sulle donne

Il respiro dell'altro è su di te e ti dice di stare ferma, di fare la brava.



Susanna e i vecchioni di Artemisia Gentileschi, 1610

Dice che non puoi fare niente contro di lui perché è più forte e tu magari ci credi senno non staresti ferma.



Il ratto delle Sabine: Tarquinio e Lucrezia di Charles Christian Nahl, 1871

Tremi soltanto, un leggero tremore. Chissà se se ne accorge.
Provi a ribellarti.


Tarquinio e Lucrezia di Tiziano, 1571

Non si accorge che la tua anima è ferita, lacerata, fatta a pezzi e chissà quanto tempo ci vuole perché si rimargini. E il tuo corpo ricorderà tutto anche se la mente magari no.



Rapimento (bozza) di Lovis Corinth, 1904

Ah già, dov'è la mente? Forse sta vagando, forse preferisce pensare ad altro, forse è meglio così.
Alla fine magari ti sei assentata, ma tanto lui è così impegnato che non se ne accorge.
Però poi, quando ti lascia, ti ritrovi con te stessa e non ci sono lacrime che possano riparare.
Hai lo sguardo assente. Dove sei adesso? In quale antro della mente sei scappata?
Guarda come sei ridotta. Sei diventata solo una vaga ombra.



Interno o Lo stupro di Edgar Degas, tra il 1868 e il 1869

Rimani qui con me. Lo so che non vorresti, che desideresti la morte piuttosto che affrontare tutto questo, ma ce la faremo.
E non credere a quello che ti ha detto. Non è forza, è violenza e non è amore, è violenza.
Hai subito una violenza e tu non farlo con te stessa.



Oggi è la Giornata Mondiale contro la Violenza. L'anno scorso avevo realizzato un video (clicca qui) e adesso ho provato a scrivere questo racconto aggiungendo dei dipinti.
Cosa esce da quello che ho scritto? Giudicate voi.
Ma quello che vorrei che fosse chiaro è scritto nelle ultime righe perché alla fine la violenza può prendere il posto della tua anima e farti credere a delle menzogne.

Donna, non vergognarti di quello che sei e di quello che hai in te. Non permetterlo mai!
Tu, donna, sei un aspetto di una Dea.


Venere dormiente di Giorgione, tra il 1508 e il 1510

P.S: Di solito si associa l'atto della violenza all'uomo come se solo lui avesse nel Dna questo impulso, ma non stiamo a generalizzare perché non solo gli uomini violentano.

giovedì 24 novembre 2011

Liberate Rossella Urru

E' passato un mese e ancora non si sa niente: nella notte tra il 22 e il 23 ottobre Rossella Urru è stata rapita in Algeria



Io la conosco. So chi è.
Nata in provincia di Oristano, è venuta a laurearsi a Ravenna
Non sono stata una sua collega universitaria, l'ho conosciuta due anni fa facendo il laboratorio no-scuola.
Il 1 maggio 2009 io e tutto il gruppo del laboratorio (così anche lei) siamo andati all'orto della Facoltà di Scienze Ambientali. Eravamo lì per stare insieme, pranzare e piantare semi.
Poi la sera l'abbiamo passata nella casa che lei aveva affittato e mi ricordo che diceva di un gioco sardo.
Anche se non posso dire di conoscerla a fondo, mi ricordo di una ragazza cordiale e sorridente ed è questo ricordo che permane in me in questi anni dopo che lei è andata via da Ravenna.
Appena saputo la notizia del suo rapimento, io e tutti quelli a Ravenna che l'hanno conosciuta, studenti universitari e non, siamo rimasti sconvolti.
Pur nella lontananza geografica, siamo vicini col cuore a tutti i suoi concittadini.
A volte mi fermo a vedere i cartelloni qui a Ravenna dove si chiede della tua liberazione sperando di rivedere il tuo sorriso.
Per lei è stato creato un blog (clicca qui) dove sono raccolte le testimonianze di chi l'ha conosciuta e dove chi non l'ha conosciuta può sapere un po' di più.


Attenzione: Prima di realizzare il post ho chiesto il permesso alla sua famiglia. Me l'hanno concesso a patto di non andare sul politico e/o religioso.
Chiedo anche a voi, se volete commentare, di rispettare tale riguardo. Altrimenti i commenti verranno cancellati

mercoledì 23 novembre 2011

Estinto il rinoceronte nero dell'Africa Occidentale (Aggiornato)





L'uomo può capire l'estinzione di una specie?
Quando quell'uomo imbraccia un fucile, che cosa gli importa se ciò che gli sta davanti è l'ultimo della sua specie, che altri della sua specie sono stati ammazzati perché ai loro occhi apparivano come bottini senza anima, senza una vita degna di essere rispettata?
Eppure quell'animale respira, magari aveva dei figli. Oppure è giovane e spera un giorno di farsi una famiglia, di insegnare ciò che lui ha appreso dalla sua stessa famiglia d'origine.
Non siamo poi tanto diversi.
Quindi nei confronti di questo rinoceronte nero come ci dobbiamo comportare?
A me stanno sgorgando delle lacrime e chiedo scusa se è possibile anche se non sono io ad aver ammazzato quel rinoceronte per il suo corno.
Sentimentale sono? Forse, ma di sicuro arrabbiata.
Un'altra specie si è estinta assieme al quagga, al dodo che lo vediamo rappresentato ne Alice e il Paese delle Meraviglie

disegno di John Tenniel, 1869


... e tanti altri animali.
La gravità di un'estinzione, il vuoto lasciato... L'uomo capirà mai tutto ciò?
Sarebbe un ulteriore passo avanti, ma quante specie animali dovranno estinguersi ancora prima di tutto ciò?




Uomo, se credi tanto di essere forte, distruggi anche le montagne, gli oceani, distruggi anche il cielo e perché no anche il Sole!
Sei tanto come Re Mida che tutto quello che tocca diventa oro, ma ricordati che Re Mida rischiò la morte per questa sua maledizione.



Aggiornamento 14 dicembre 2014:
Recentemente sta facendo notizia dell'estinzione del Leopardo Nebuloso.
Adesso leggo che in realtà la sottospecie, come dice il National Geographic, si è estinta nel 1983 mentre la specie è minacciata anche se non in pericolo di estinzione.
Così ho chiesto se la stessa cosa valeva per questo rinoceronte nero perché da quel che ho letto, ovviamente dopo aver scritto il post, mi sembrava che le cose non fossero andate così.
E infatti è stato confermato che la notizia si rifà all'estinzione dichiarata ufficialmente di una delle sue 4 sottospecie, il "Rinoceronte nero dell'Africa occidentale" (Diceros bicornis longipes), ma si tratta di un annuncio fatto nel 2006 (anno in cui si è persa ogni sua traccia, la dichiarazione ufficiale c'è stata nel 2011), nulla di recente!
Quindi, per quanto si tratti di una specie ancora minacciata più che altro dai bracconieri e dall'impatto antropico, il "Rinoceronte nero"
(Diceros bicornis) NON E' REALMENTE ESTINTO, almeno non ogni sua sottospecie! 



 

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