mercoledì 30 novembre 2011

Polemiche contro Marco Martinelli a Lamezia Terme, Calabria

E così dopo le polemiche contro la compagnia teatrale Societas Raffaello Sanzio (vedi qui) ecco che altre polemiche fioccano e questa volta contro Marco Martinelli, regista, drammaturgo nonché co-fondatore della compagnia teatrale le Albe.


Ormai da anni, Martinelli non è più guida dei laboratori non-scuola qui a Ravenna, ma sta portando questo concetto di teatro con ragazzi in giro per l'Italia e anche per il mondo.
Ultimamente ci sono state polemiche a Lamezia Terme in Calabria forse per la presenza di ragazzi rom sul palco, per alcuni burocrati del Comune, per alcuni gruppi che non vedevano di buon occhio quest'"invasore" da Ravenna.
L'assessore alla Cultura Tano Grasso, che ha voluto fermamente lo spettacolo non-scuola Capusutta, si è dimesso prima del debutto perché sentiva di non poter più lavorare: qualcosa gli remava contro.

C'è una cosa che spesso manca quando ci si imbatte a opere d'arte o spettacoli ed è l'ascolto.

E' fondamentale prima ascoltare, non escludere a priori, ma l'ascolto impone l'attenzione, la partecipazione e spesso ti porta concetti che magari non ti piacciono oppure che addirittura vanno contro i tuoi.

Comunque lo spettacolo alla fine, Martinelli ha rassicurato me ed altri in un incontro, che lo spettacolo è andato tutto bene. E poi lui non è nuovo a sfide: già alcuni anni fa, per fare un esempio, lui e alcuni attori delle Albe sono andati a portare la non-scuola ai ragazzi di Scampia dopo una provocazione del critico Goffredo Fofi.

qui potrete trovare il suo diario

fonte: Ravenna&dintorni

martedì 29 novembre 2011

Pay a blogger day: quanto può valere un blog?

Apprendo da Hobina che oggi è il Pay blogger day, una giornata per tutti i blogger che non guadagnano niente.



E così ho voluto calcolare, giusto così per ridere, quanto "vale" il mio blog.

Risultato?



Ebbene, non ho ancora guadagnato il biglietto per il SXSW ovvero il South by Southwest, uno dei più grandi festival musicali che c'è ad Austin, Texas.



Naturalmente l'ho fatto in maniera ironica perché non credo proprio che il valore del proprio blog si possa quantificare.
Ci sono blog che guadagnano e buon per loro e alcuni di questi sono validi, ma altri alla fine diventano un campionario di marchette.
Se ho deciso di iniziare a scrivere questo blog l'ho fatto soprattutto per condividere non solo quello che realizzo, ma pensieri, riflessioni, immagini e altro ancora.
E' un lavoro di condivisione e a volte ho imparato io stessa perché a volte cercando qualcosa, questo ha dato il via ad altre cose che magari io non sapevo.

Io sono contentissima di avere questo blog e non credo si possa quantificare il valore dagli spettatori fissi (ne ho 66 nel momento in cui scrivo) o dai commenti che ci sono (molti post non ne hanno neanche uno).
Non è una gara, è una condivisione e ringrazio tutti voi, tutti voi che mi seguite, che leggete indipendentemente dal fatto che ritornerete o no.
Come dico sempre: siete i benvenuti.

domenica 27 novembre 2011

Il tempo delle azioni quotidiane di Jan Vermeer

Molto di quello che scrivo qua nel blog mi viene suggerito da frasi che a volte mi capita leggere o sentire nella vita quotidiana ed è proprio la vita quotidiana, la presenza in essa il soggetto di questo mio post.
In questo libro si parlava di come il pittore Jan Vermeer abbia ritratto donne intente in un'attività che può sembrare banale, ma illuminata da una luce particolare.
Se non sapete chi è Vermeer vi dico che è lui che ha dipinto il famoso quadro La ragazza con l'orecchino di perla anche se prima del libro e del film omonimi lo conoscevo come La ragazza con il turbante.
Comunque, è una luce particolare quella dei dipinti che verranno, una luce che le donne conoscono bene. Troppe volte accusate di essere frivole, in realtà stanno svolgendo piccole attività quotidiane dove lei presente.
E' un atto quasi sacro (un po' come quello del filare raccontato qui).
E' un tempo effimero eppure dilata la nostra percezione su di esso: il tempo come lo conosciamo non esiste più, non ci spaventa più niente e ci sembra di essere eterni.

Vi lascio alle immagini e provate a sentire il gesto teso, la luce gentile e lo sguardo intento di queste donne.
In quel momento appartengono solo a loro stesse.


La lattaia o La donna di cucina, 1660 ca.


La merlettaia, tra il 1669 e il 1670


Donna che legge una lettera ad una finestra aperta, 1657


Giovane donna con collana di perle, 1662 ca.


Giovane donna con un liuto vicina ad una finestra, 1663 ca.


Giovane donna con un boccale d'acqua, tra il 1660 e il 1662


Donna che tiene una bilancia, tra il 1662 e il 1663


La vita quotidiana è fonte inesauribile di sorprese se si è presenti e per cominciare basta partire dalle piccole cose.
Solo allora vedrete la luce che c'è in questi quadri.

sabato 26 novembre 2011

Chiara Vigo e il bisso, la seta del mare

Sabato scorso sono andata a un incontro al Liceo Artistico "Nervi" di Ravenna perché sapevo che ci sarebbe stata Chiara Vigo, Maestro del bisso.



Che cos'è il bisso? E' un tessuto di origine animale molto sottile, ben più sottile del cachemire. Ma ha un'altra particolarità: l'animale proviene dal mare.
E' un tessuto rarissimo. Infatti Chiara Vigo, questa signora sarda dell'isola di Sant'Antioco, è l'unica a livello internazionale che si occupa di ciò ed è una pratica antichissima: lei stessa segue le tradizioni come quello che realizza non è suo perché proviene dal mare.
Proprio per la sua preziosità, veniva utilizzato in antichità per i potenti.
Ma ora vi lascio ai video che ho realizzato.
L'incontro è suddiviso in tre video e in totale è più di 40 minuti. Ma se decidete di vederli tutti, capirete che ne vale la pena: Chiara Vigo è una signora tosta, che sa quello che fa e molto caparbia.
Lei è una Sacerdotessa.








Il suo sito (clicca qui)


Curiosità: in uno dei video si parla dello stemma di Taranto dove c'è Nettuno in sella ad un delfino che ha in una mano il forcone e nell'altra un bisso. Eccolo qua:

o



Aggiornamento 22 gennaio 2016: Stamattina vedo che c'è questa petizione su Change, promossa dall'attrice Maria Grazia Cucinotta, che intende preservare il sapere antico del bisso e quindi aiutare Chiara Vigo.


venerdì 25 novembre 2011

Violenza sulle donne

Il respiro dell'altro è su di te e ti dice di stare ferma, di fare la brava.



Susanna e i vecchioni di Artemisia Gentileschi, 1610

Dice che non puoi fare niente contro di lui perché è più forte e tu magari ci credi senno non staresti ferma.



Il ratto delle Sabine: Tarquinio e Lucrezia di Charles Christian Nahl, 1871

Tremi soltanto, un leggero tremore. Chissà se se ne accorge.
Provi a ribellarti.


Tarquinio e Lucrezia di Tiziano, 1571

Non si accorge che la tua anima è ferita, lacerata, fatta a pezzi e chissà quanto tempo ci vuole perché si rimargini. E il tuo corpo ricorderà tutto anche se la mente magari no.



Rapimento (bozza) di Lovis Corinth, 1904

Ah già, dov'è la mente? Forse sta vagando, forse preferisce pensare ad altro, forse è meglio così.
Alla fine magari ti sei assentata, ma tanto lui è così impegnato che non se ne accorge.
Però poi, quando ti lascia, ti ritrovi con te stessa e non ci sono lacrime che possano riparare.
Hai lo sguardo assente. Dove sei adesso? In quale antro della mente sei scappata?
Guarda come sei ridotta. Sei diventata solo una vaga ombra.



Interno o Lo stupro di Edgar Degas, tra il 1868 e il 1869

Rimani qui con me. Lo so che non vorresti, che desideresti la morte piuttosto che affrontare tutto questo, ma ce la faremo.
E non credere a quello che ti ha detto. Non è forza, è violenza e non è amore, è violenza.
Hai subito una violenza e tu non farlo con te stessa.



Oggi è la Giornata Mondiale contro la Violenza. L'anno scorso avevo realizzato un video (clicca qui) e adesso ho provato a scrivere questo racconto aggiungendo dei dipinti.
Cosa esce da quello che ho scritto? Giudicate voi.
Ma quello che vorrei che fosse chiaro è scritto nelle ultime righe perché alla fine la violenza può prendere il posto della tua anima e farti credere a delle menzogne.

Donna, non vergognarti di quello che sei e di quello che hai in te. Non permetterlo mai!
Tu, donna, sei un aspetto di una Dea.


Venere dormiente di Giorgione, tra il 1508 e il 1510

P.S: Di solito si associa l'atto della violenza all'uomo come se solo lui avesse nel Dna questo impulso, ma non stiamo a generalizzare perché non solo gli uomini violentano.

giovedì 24 novembre 2011

Liberate Rossella Urru

E' passato un mese e ancora non si sa niente: nella notte tra il 22 e il 23 ottobre Rossella Urru è stata rapita in Algeria



Io la conosco. So chi è.
Nata in provincia di Oristano, è venuta a laurearsi a Ravenna
Non sono stata una sua collega universitaria, l'ho conosciuta due anni fa facendo il laboratorio no-scuola.
Il 1 maggio 2009 io e tutto il gruppo del laboratorio (così anche lei) siamo andati all'orto della Facoltà di Scienze Ambientali. Eravamo lì per stare insieme, pranzare e piantare semi.
Poi la sera l'abbiamo passata nella casa che lei aveva affittato e mi ricordo che diceva di un gioco sardo.
Anche se non posso dire di conoscerla a fondo, mi ricordo di una ragazza cordiale e sorridente ed è questo ricordo che permane in me in questi anni dopo che lei è andata via da Ravenna.
Appena saputo la notizia del suo rapimento, io e tutti quelli a Ravenna che l'hanno conosciuta, studenti universitari e non, siamo rimasti sconvolti.
Pur nella lontananza geografica, siamo vicini col cuore a tutti i suoi concittadini.
A volte mi fermo a vedere i cartelloni qui a Ravenna dove si chiede della tua liberazione sperando di rivedere il tuo sorriso.
Per lei è stato creato un blog (clicca qui) dove sono raccolte le testimonianze di chi l'ha conosciuta e dove chi non l'ha conosciuta può sapere un po' di più.


Attenzione: Prima di realizzare il post ho chiesto il permesso alla sua famiglia. Me l'hanno concesso a patto di non andare sul politico e/o religioso.
Chiedo anche a voi, se volete commentare, di rispettare tale riguardo. Altrimenti i commenti verranno cancellati

mercoledì 23 novembre 2011

Estinto il rinoceronte nero dell'Africa Occidentale (Aggiornato)





L'uomo può capire l'estinzione di una specie?
Quando quell'uomo imbraccia un fucile, che cosa gli importa se ciò che gli sta davanti è l'ultimo della sua specie, che altri della sua specie sono stati ammazzati perché ai loro occhi apparivano come bottini senza anima, senza una vita degna di essere rispettata?
Eppure quell'animale respira, magari aveva dei figli. Oppure è giovane e spera un giorno di farsi una famiglia, di insegnare ciò che lui ha appreso dalla sua stessa famiglia d'origine.
Non siamo poi tanto diversi.
Quindi nei confronti di questo rinoceronte nero come ci dobbiamo comportare?
A me stanno sgorgando delle lacrime e chiedo scusa se è possibile anche se non sono io ad aver ammazzato quel rinoceronte per il suo corno.
Sentimentale sono? Forse, ma di sicuro arrabbiata.
Un'altra specie si è estinta assieme al quagga, al dodo che lo vediamo rappresentato ne Alice e il Paese delle Meraviglie

disegno di John Tenniel, 1869


... e tanti altri animali.
La gravità di un'estinzione, il vuoto lasciato... L'uomo capirà mai tutto ciò?
Sarebbe un ulteriore passo avanti, ma quante specie animali dovranno estinguersi ancora prima di tutto ciò?




Uomo, se credi tanto di essere forte, distruggi anche le montagne, gli oceani, distruggi anche il cielo e perché no anche il Sole!
Sei tanto come Re Mida che tutto quello che tocca diventa oro, ma ricordati che Re Mida rischiò la morte per questa sua maledizione.



Aggiornamento 14 dicembre 2014:
Recentemente sta facendo notizia dell'estinzione del Leopardo Nebuloso.
Adesso leggo che in realtà la sottospecie, come dice il National Geographic, si è estinta nel 1983 mentre la specie è minacciata anche se non in pericolo di estinzione.
Così ho chiesto se la stessa cosa valeva per questo rinoceronte nero perché da quel che ho letto, ovviamente dopo aver scritto il post, mi sembrava che le cose non fossero andate così.
E infatti è stato confermato che la notizia si rifà all'estinzione dichiarata ufficialmente di una delle sue 4 sottospecie, il "Rinoceronte nero dell'Africa occidentale" (Diceros bicornis longipes), ma si tratta di un annuncio fatto nel 2006 (anno in cui si è persa ogni sua traccia, la dichiarazione ufficiale c'è stata nel 2011), nulla di recente!
Quindi, per quanto si tratti di una specie ancora minacciata più che altro dai bracconieri e dall'impatto antropico, il "Rinoceronte nero"
(Diceros bicornis) NON E' REALMENTE ESTINTO, almeno non ogni sua sottospecie! 



 

lunedì 21 novembre 2011

Pina 3D

Finalmente sono riuscita a vedere il film Pina di Wim Wenders.
Anche se non era in 3D non importava perchè le immagini arrivavano comunque.



Scrivendo il post per il secondo anniversario della morte di Pina Bausch (clicca qui) ho scoperto per caso dell'esistenza di questo film.
Wim Wenders pensava da tempo di realizzare un film su Pina Bausch e ciò è sembrato possibile grazie al 3D che, caso più unico che raro, non è utilizzato per un film di cassetta.
Ma Pina Bausch è morta il 30 giugno 2009 all'improvviso e alla fine come successe con Parnassus-l'uomo che voleva ingannare il diavolo di Terry Gilliam, si decise di andare avanti.
Quello che doveva diventare un film realizzato insieme è diventato un suo memoriale.
Così nel film ci sono anche le testimonianze dei suoi danzatori. con le loro stesse voci sottotitolate.



Ognuno ricorda la sua Pina, la sua esperienza con lei, come è stato averla come coreografa e anche se i danzatori sono di diverse nazionalità, tra i quali un'italiana, si può capire come il modo col quale hanno percepito Pina è sempre lo stesso: una Pina intensa, penetrante e gentile.



Questo film fa parte della categoria documentario eppure è molto di più, questo film mostra.
Io lo ritengo un autentico film visionario: abbandonata nel piacere della danza, mi lascio travolgere da quei corpi, da quell'intensità, dalla tensione e distensione che c'è in ogni passo, in ogni gesto.
Non è solo danza, ma anche teatro: i luoghi non usuali per delle rappresentazioni di ballo lasciano spazio a storie di umana comprensione.
L'attenzione per i colori, per il loro accostamento e quello per le luci fa il resto.
Penso che anche chi non è appassionato di danza può lasciarsi incantare da questi movimenti perché sono reali, odierni anche se esaltati.



Balliamo, balliamo. Altrimenti siamo perduti.
Questa frase di Pina Bausch viene ripetuta continuamente eppure loro nella danza si perdono, ma non perdono il contatto con la vita.
Questo film è uno straordinario omaggio alla vita con tutti i suoi molteplici aspetti.



Quello che Pina ha lasciato, quello che Pina è stata ce l'abbiamo di fronte agli occhi e di questo dobbiamo solo ringraziarla. 


Aggiornamento 28 febbraio 2012:
Pina è stato candidato come miglior documentario agli Academy Award, ma non ha vinto.


mercoledì 16 novembre 2011

Arte commerciale (?)

Ieri mi è arrivata un'e-mail di un collettivo di artisti che mi chiedevano una cosa e l'oggetto dell'e-mail era: Manifesto per un'arte commerciale.
Ho avuto una tentazione forte di non leggerlo visto quell' arte commerciale (ne sono rimasta un po' sconcertata), ma alla fine ho preferito andare nel loro blog (clicca qui) per leggerlo.
Ma ve lo posso sempre riportare qui:


MANIFESTO PER UN' ARTE COMMERCIALE


La bruttezza del presente ha valore retroattivo.
Karl Kraus


1. Viviamo nel mondo del Mercato e della sua crisi senza soluzione. Immersi nel monologo autoelogiativo, nel discorso ininterrotto che il Mercato tiene su se stesso. Come i condannati del racconto "Nella colonia penale" di Kafka, siamo infilati in una macchina che incide sul nostro corpo la Legge.

2. Consideriamo che la ricerca artistica sia la falsa coscienza di chi non riesce a profittare del mercato, ma solo a subirlo. Anche chi sputa sull'arte, chi teorizza la sua fine o chi è molto puro e socialmente impegnato, alla fine se la gode se riesce a entrare in una piccola galleria, in una sconosciuta collana, in un teatro periferico.

3. Siamo contro ogni idea romantica sull'arte. Odiamo il genio e sregolatezza, l'artista profetico, le pose d'artista. Il genio è rigore e fa quello che può. Odiamo l'eternità e siamo per l'effimero. Solo le cose che passano sono quelle che restano. Preferiamo pensare la nostra opera sulla mensola di un bagno piuttosto che in un grande museo.

4. Pensiamo che l'arte contemporanea non abbia di se una conoscenza ontologica, ma solamente tecnica, strumentale, procedurale e che metta il suo impegno massimo nella relazionalità e nell'efficacia tecnica e operativa. Il maggior merito dell'artista d'oggi è aver rimosso sia l'orgoglio che la vergogna dell'arte, negando a sé e al suo lavoro un'orizzonte di verità. Nessuno può oggi immaginare seriamente che l'arte salverà il mondo, né comprenderà la vita o ad essa si sostituirà. Questa è la nostra conquista di libertà, immersa nel Mercato.

5. Non ci interessano il gusto, la sensibilità, la cultura perché non ci interessano i ristretti circoli, gli appassionati, le belle riviste. Ci interessa parlare a molti, stare sulla strada, essere accessibili a tutti. Non ci interessa dire qualcosa di elevato, ci interessa vendere. Ma nel Mercato le due cose coincidono. Contro ogni intellettualismo, l'immediato sensibile è il nostro terreno e il mercato il nostro linguaggio.

6. Per arrivare a tutti accettiamo le forme di comunicazione del Mercato, per trarre profitto dal nostro lavoro ci adeguiamo alle immagini del dominante. Vogliamo descrivere nel modo più semplice possibile, cinicamente, ciò che abbiamo attorno, ciò che dalla nostra nascita respiriamo : il Mercato. Che cosa né farà il nostro Cliente non ci riguarda. Ne usi per proprio piacere, per elogiare il Mercato o di contro per attaccarlo, ne usi per tenere in piedi un tavolino, per coprire una macchia sul muro, come posacenere non ci interessa.

7. Vogliamo stare nel Mercato come pesci nell'acqua e rivendichiamo di non voler nascondere questa nostra scelta. Siamo pronti a contraddirci, non a illuderci.

VEDI TU


Ho dovuto leggerlo e rileggerlo per capire meglio il senso e in alcuni punti ci sto come il fatto che non mi interessano i ristretti circoli. Però in altri no.
E' vero che in tempi questi siamo sempre legati al Mercato, a cosa decide e se faccio un quadro poi mi piacerebbe venderlo, ad un prezzo, per come sono, ragionevole (dopotutto sono ancora giovane), e poi ho preferito donare alcuni miei quadri a miei amici, i quali possono testimoniare, che conosco bene e che li hanno apprezzato di parecchio a volte rimanendo anche a bocca aperta.

Arte e Mercato... Quest'associazione mi fa subito venire in mente Andy Warhol. Come dimenticare le sue lattine di zuppa Campbell del 1964?



Eppure anche lui anni fa è stato profetico nel dire che ognuno di noi avrà i suoi 15 minuti di gloria.


Una delle cose straordinarie dell'arte e che puoi dire tutto e il suo contrario e nel dire una negazione, puoi anche riportare il contrario un po' come faceva Oscar Wilde


foto di Napoleon Sarony, 1882


Con i suoi aforismi poteva dire tutto e niente e nello stesso tempo far riflettere.

L'artista è il creatore di cose belle
Rivelare l'arte e celare e l'artista è il fine dell'arte.
L'artista non desidera dimostrare nulla. Perfino la verità può essere dimostrata.
Nessun artista ha intenzioni etiche. Uno scopo etico in un artista è un imperdonabile manierismo stilistico.
Nessun artista è mai morboso. L'artista può esprimere qualsiasi cosa.
Il pensiero e il linguaggio sono per l'artista strumenti di un'arte.
Il vizio e la virtù sono per l'artista materiale di un'arte.
Ogni arte è a un tempo superficie e simbolo.

E poi alla fine c'è questa frase così perentoria che sembra cancellare tutto:

Tutta l'arte è perfettamente inutile.


Dove sta la verità? Che cosa ha detto in realtà? Che cosa rimane?
Tutto e niente.
La cosa che più mi è piaciuta è la frase finale ovvero della contraddizione. Io penso che chi voglia fare arte sia sempre in bilico.
Gli artisti si contraddicono sempre ed essere veri.
Quindi il Mercato è una contraddizione dell'Arte e per questo le appartiene?
A dir la verità non so, molte cose che loro hanno scritto non capisco forse perché proprio non mi appartengono.
Insomma mi sembra che vogliano provocare che, quando non fine a se stessa, la trovo un'utile e indispensabile arma degli artisti. E' un po' come un leggero elettroshock soprattutto in questi tempi dove la maggior parte della gente sembra essere anestetizzata. Però come con tutte le armi, bisogna stare attenti perché possono essere a doppio taglio.


Se ho voluto riportare qui il testo del manifesto (con il loro permesso ovviamente) è perché le loro frasi mi ponevano il punto della riflessione e spero che lo stesso sia per voi. Sarei molto lieta se condivideste le vostre riflessioni

Alla fine di questo post cosa vi rimane? Tutto o niente? O un'altra quantità?

Decidete voi.

martedì 15 novembre 2011

Direttamente dal mondo di Aulonia....



Chi ti sembra?

A scuola quando disegnavo personaggi inventati chiedevo sempre ai miei compagni che cosa li sembrassero. Mi piaceva ascoltare le loro opinioni e vedere quanto quello che loro percepivano coincidevano con quello che volevo io o anche no ed entrambi nei due casi, era sempre interessanti.
Poi alcuni erano più titubanti nel rispondere e allora chiedevo: Se lo incontri per strada che sensazioni ti dà?
Lì allora i miei compagni si divertivano nel dare le risposte ed era quello che volevo: le sensazioni.
Ora, chi vi sembra questa creatura? Se lo sogni, che sensazioni ti dà?
Ma soprattutto, se volete sapere chi è basta che andate qui, nel mio secondo blog.

sabato 12 novembre 2011

Dimissioni di Berlusconi: l'Italia si è desta

Questo è il primo ministro italiano, questa è la cosa che il popolo italiano per ben tre volte ha eletto per servirgli da modello, questo è il cammino della rovina verso cui si stanno trascinando i valori che di libertà e dignità impregnarono la musica di Verdi e l'azione politica di Garibaldi, quelli che fecero dell'Italia dell'Ottocento, durante la lotta per l'unificazione, una guida spirituale dell'Europa e degli europei. E questo che la cosa Berlusconi vuole gettare nel cassonetto dei rifiuti della Storia. E gli italiani, glielo permetteranno? (José Saramago)





Le coste che affacciano il Mediterraneo hanno visto in questi mesi un gran fervore: il tiranno è stato detronizzato. Da Mubarak a Gheddafi, ora è toccato a un loro grande amico: Silvio Berlusconi.
E così è stato: da qualche ora Berlusconi si è dimesso. Quello che sembrava impossibile o quasi utopico è diventato realtà. Così come qualche mese fa sembrava impossibile raggiungere il quorum all'ultimo referendum (da anni non accadeva) e adesso anche le dimissioni di Berlusconi.

L'Italia si è desta!

Ma attenti, non bisogna affatto deporre le armi. La lotta non è ancora finita perché ancora più di terribile di Berlusconi è il berlusconismo.


Festeggiamo, amici. Festeggiamo e non permettiamo a qualcun altro di renderci lo zimbello d'Europa non solo per l'interesse dell'Europa, ma soprattutto per il nostro.

La scoperta che c'è un'Italia berlusconiana mi colpisce molto: è la peggiore delle Italie che io ho mai visto, e dire che di Italie brutte nella mia lunga vita ne ho viste moltissime. L'Italia della marcia su Roma, becera e violenta, animata però forse anche da belle speranze. L'Italia del 25 luglio, l'Italia dell'8 settembre, e anche l'Italia di piazzale Loreto, animata dalla voglia di vendetta. Però la volgarità, la bassezza di questa Italia qui non l'avevo vista né sentita mai. Il berlusconismo è veramente la feccia che risale il pozzo. (Indro Montanelli)



Io voglio che vinca, faccio voti e faccio fioretti alla Madonna perché lui vinca, in modo che gli italiani vedano chi è questo signore. Berlusconi è una malattia che si cura soltanto con il vaccino, con una bella iniezione di Berlusconi a Palazzo Chigi, Berlusconi anche al Quirinale, Berlusconi dove vuole, Berlusconi al Vaticano. Soltanto dopo saremo immuni. L'immunità che si ottiene col vaccino. (Indro Montanelli)


Io non temo Berlusconi in sé, temo Berlusconi in me (Gian Piero Alloisio)



Aggiornamento 13 novembre 2011: Aggiunte alcune citazioni

venerdì 11 novembre 2011

Zena Holloway e le sue visioni acquatiche

Se voi doveste dare un elemento della Natura a voi stessi, quello che più racconta di voi, quale scegliereste?
Non parlo tanto di quello del segno zodiacale, ma di quello con il quale vi sentite più in sintonia.
Ebbene io scelgo l'acqua e il suo mondo sospeso, quasi alieno e cosmico.
Vi lascio con le foto di Zane Holloway.
Nata nel 1973 nel Regno di Bahrain, o più comunemente Bahrein, e risiedente a Londra dal 1995, l'interesse per l'acqua le proviene dalle sommersione subacquee a 18 anni.
Spesso lavora per servizi di moda e pubblicitari

Lasciatevi incantare e far parte così di un sogno.



giovedì 10 novembre 2011

Davvero?! Sì!

Qualche mese fa su Internet ho trovato un annuncio di Paola Barbato: partecipare a un web comic, ovvero fumetto on line.
Paola Barbato è una sceneggiatrice italiana nel campo dei fumetti, un nome su tutti Dylan Dog, e spiegava questo progetto: realizzare la storia di Martina.
Quello che le interessava era la storia di una ragazza comune.
Entusiasticamente ho chiesto delle informazioni e lei mi ha mandato la descrizione della protagonista il cui viso è basato su quello di Mamie Gummer, la figlia di Meryl Streep, una bellezza non classica.


una delle foto inviate

Come potete vedere non è una tipica bellona, ha un naso ben in vista, le lentiggini e un viso non regolare.
Già questo potrebbe essere un punto di rottura perché di solito nelle storie, e non solo quelle a fumetto, si tende a scegliere il o la protagonista con una bellezza regolare.
Poi c'era la descrizione di un altro personaggio che compariva nella tavola di prova e la sceneggiatura di tale prova.
Solo che dopo per varie cose che si sono intervallate, ho preferito rinunciare anche perché, nonostante la scadenza era molto ampia, non sapevo quando avrei mandato la mia tavola di prova.

Dal 7 novembre questo progetto è on-line su Davvero.
L'appuntamento è settimanale, per ora, e ogni settimana c'è un autore diverso.
Nel sito potrete trovare anche interventi di altri disegnatori, la stampa, il video presentazione del progetto al Lucca Comics e le tavole di prova di ognuno.

Da una parte sono dispiaciuta perché mi sarebbe piaciuto partecipare a tale progetto, ma dall'altra sono felice che questo progetto vada avanti anche perché, con tale fatto, Paola Barbato vuole abbattere diversi muri.
Uno di questi è il fatto che la realtà quotidiana spesso dai media viene parodiata facendola passare per vera. E poi che molte cose in Italia non vengono considerate, neanche a priori, perché tanto non si fanno, che non avranno mai pubblico e così non andrà mai avanti.

Beh cari disfattisti, è ancora presto per dirlo.

Davvero?

Sì!

martedì 8 novembre 2011

L'amicizia tra Osamu Tezuka e Walt Disney


 



















Fra tre giorni ci sarà al cinema il film della Disney Il re leone. Già uscito nel 1994 questa volta sarà in 3D.
Appena si parla di questo film d'animazione, il 32esimo secondo il canone classico Disney, ci sono delle diatribe tra chi lo ammira e ne parla come uno dei film d'animazione disneyani più belli (assieme a La Bella e la Bestia o anche La Sirenetta) di questi ultimi anni e chi urla allo scandalo perché lo accusa di plagio nei riguardi de Kimba, il leone bianco, manga di Osamu Tezuka dal quale è stato tratto l'anime a partire dal nome Simba.

domenica 6 novembre 2011

La dislessia: problema o dono?

A volte le cose più importanti sono quelle più banali, quelle che diamo per scontato. Però provate a metterci una difficoltà o un handicap e la conquista di tale facoltà può diventare un'impresa titanica.
E' quello che può succedere con la dislessia: scrivere e leggere possono sembrare cose di poco conto per chi non è dislessico e io conosco tale difficoltà perché io stessa lo sono.
Che cosa comporta la dislessia? Ma soprattutto da dove deriva?
Ancora non si ha una spiegazione certa su questa condizione. Alcuni dicono che deriva da un fatto ereditario e colpisca più i maschi.
Comunque solo di recente si ha un'idea complessiva della dislessia più giusta ed è proprio l'ambiente scolastico quello più duro. In passato i ragazzi dislessici venivano catalogati come disturbatori della classe perché incapaci di rimanere concentrati oppure stupidi e svogliati che non avevano voglia di fare nulla.
Con queste premesse, è facile immaginare come la fiducia in se stessi e soprattutto il giudizio su se stessi crollino miseramente. Ma soprattutto il ragazzo, o ragazza, si convince di essere un totale incapace.
In pratica la dislessia è una difficoltà dell'apprendimento e questo comporta anche una difficoltà nello scrivere e nello leggere. Ancora adesso, anche se raramente rispetto al passato, inverto l'ordine di lettere simili cambiando così la comprensione del testo. Mi ricordo che da piccola, giusto per fare un esempio, calciatore e cacciatore avevano lo stesso significato per me oppure trota e torta.
Ma non è tutto, da bambina non capivo molto la differenza tra sinistra e destra, tirare e spingere, feriale e festivo... Ovviamente adesso so la differenza.
Di recente ho capito che anche la mia difficoltà a vedere quale è il dietro o l'avanti di una maglia dipende dalla dislessia e mi ricordo che da piccola per capire quale scarpa era la destra o la sinistra toccavo la piega interna.
Il cervello di chi è dislessico lavora in un modo più impegnativo rispetto a chi non lo è. Forse non saranno le parole esatte, ma è giusto per farvi un'idea.

E' facile pensare come i ragazzi che soffrono di tale difficoltà, e simili, crescano emarginati e questo è stato anche per me, ma se vi dico ciò non è affatto per scatenarvi della pietà. Se l'avete con voi potete portarla da un'altra parte e non osate dire che vi dispiace per me.


sabato 5 novembre 2011

E Berta filava...

Gli uomini andavano alla guerra e le donne rimanevano a casa a filare.
Sembra tanto uno stereotipo, una degradazione della creatura femminile.
Eppure così si dimenticano le vere origini di questo filare.
Da millenni l'atto del filare è legato indissolubilmente alle donne sin dalla mitologia.
Avete mai sentito parlare delle Moire?
Erano tre e si occupavano della vita di ognuno. C'è Cloto ("la filatrice") la sorella minore che appunto teneva il filo sul fuso, Lachesi ("destino") che teneva teso il filo e Atropo ("ineluttabile"), la sorella maggiore che taglia il filo.



Il trionfo della Morte o I Tre Fati, (arazzo fiammingo), 1510-1520
  

I destini o Atropo di Francisco de Goya


Le Parche di Alfred Agache, 1885 ca.


giovedì 3 novembre 2011

Una Ravenna diversa esiste!

Troppe volte sento, soprattutto da chi viene fuori, quanto Ravenna e i suoi abitanti siano chiusi verso le novità, e troppo chiusi nel loro provincialismo.
Ebbene vi posso garantire che una Ravenna diversa esiste e pulsa nella sua stessa terra.
Quando mi presento, alcuni mi dicono, a parte il mio strano accento da farmi sembrare straniera, che non sembro una tipica ravennate.
Ma proviamo a rigirare la frittata. E se invece fossero quegli stessi chiusi miei concittadini a non essere tipici? Dopotutto proviamo a pensare: lungo la nostra storia abbiamo accolto diverse popolazioni e persone dai bizantini ai barbari, da Dante Alighieri e George Gordon Byron e questo è l'inizio. Cosa hanno portato queste invasioni? Una grande prosperità.
Ma anche se io, e gli altri ravennati come me che vivono di curiosità e apertura, fossimo una minoranza, uno strano morbo che sta infettando la benestante Ravenna, cosa dovremmo fare? Estinguerci? Lasciare che ci facciamo assorbire per poi diventare solo nulla? Sarebbe la nostra morte.
E poi anche se fossimo una minoranza, cosa importa? Da cosa nasce cosa, come si dice e se allarghiamo le nostre radici e i nostri rami, possiamo prendere più spazio. Se vogliamo davvero cambiare le cose, non basta solo guardarci intorno, girarci le dita e poi dire: "Ma sì cosa vuoi che succeda? E' una cosa impossibile. Non si farà mai. Non prenderà mai piede..." Queste frasi sarebbero davvero la morte per l'intera città e non solo. Lo status quo non ha mai portato nient'altro che una realtà stagnante e opprimente.
I poeti che hanno scritto di Ravenna (cliccate qui) trovavano quasi un'atmosfera di una calma apparente, un po' come il fuoco sotto la cenere. Oggi c'è stato il primo incontro per Ravenna Capitale della Cultura 2019 ed eravamo tutti uniti per far fiorire la nostra città.

Non bisogna dimenticare la nostra identità, la nostra terra, le nostre caratteristiche e guardare al futuro agendo sul presente.





Eccome!!!


mercoledì 2 novembre 2011

Il passo leggero della vita


poster per Folies Bergère (modella: Loie Fuller)


Si dà il caso che io sia qui e guardi.
Sopra di me una farfalla bianca sbatte nell'aria,
ali che sono solamente sue
e sulle mani mi vola un'ombra,
non un'altra, non di altri, solo sua.
A tale vista mi abbandona sempre la certezza
che ciò che è importante
sia più importante di ciò che non lo è.

(Wislawa Szymborska)


Molte volte non scrivo solo per chi legge, ma anche per me.
Appena ho letto in una rivista la poesia citata sopra di questa poetessa polacca premiata nel 1996 con il Nobel per la letteratura, ho voluto portarla anche a voi.
Si parlava della leggerezza, di quanto fosse importante e quante volte spesso viene confusa con superficialità e con una frivolezza inutile e dispendiosa.
Eppure la leggerezza può spostare il tuo sguardo, magari verso una farfalla che vola lì per te, soltanto per te.
Come ho detto molte volte, per me vedere una farfalla che vola è un'autentica gioia. Non importa cosa mi stia accadendo, quali sono i miei pensieri, perché ogni volta che il mio sguardo vede una farfalla, mi sento illuminare.
Il volo della farfalla così lieve ha un peso così importante per me e spero che lo sia anche per voi.


Qui un video con una mia poesia sulla leggerezza e qua sotto un video di un utente di Youtube adatto al post:





Aggiornato

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