lunedì 13 gennaio 2014

Super 8 di Anna Castagnoli



Anni Settanta. Venti di libertà soffiano sul mondo, accendendo nelle persone nuove speranze, idee, emozioni. Ma anche paure, inquietudini, disagi prima del tutto sconosciuti. La piccola Anna è figlia della sua epoca: pronta ad affrontare ogni avventura con passione ed entusiasmo, trascinata da un istinto vitale e da un'immaginazione che paiono senza limiti. E d'altra parte fragilissima, delicata, esposta alle intemperie e ai colpi di un mondo adulto pieno di misteri, contraddizioni, reticenze. Perché se sei un bambino la libertà può essere il più meraviglioso dei doni, ma anche il più pesante dei fardelli, a portarlo tutto da solo.

(dalla quarta di copertina)


Da quanto tempo ormai leggo il blog di Anna Castagnoli, autrice e illustratrice?
Non lo saprei dire e non mi ricordo neanche come ci sono arrivata.
So solo che appena letto, me ne innamorai.
Mi piace un sacco la sua acutezza, la sua intuizione, il suo modo di vedere le cose.
Così quando lessi che in un libro aveva raccontato della sua infanzia, mi dissi subito che dovevo leggerlo.
Edito da Topipittori, rappresenta per Anna il suo debutto nella narrativa, un'autobiografia.

Quando si tratta di leggere un'autobiografia, la mia curiosità freme ma allo stesso tempo, mi sento come se quella persona abbia deciso di rivelare a me alcuni suoi ricordi, che abbia deciso di confidarsi.
Quindi mi sento sempre di leggere come se camminassi in punta di piedi.
Proprio come il Super 8 del titolo (formato della Kodak introdotto nel 1965 usato ampiamente per i video amatoriali e anche per alcuni professionali), si hanno come diversi filmati, ma c'è soprattutto un paragone che mi viene da pensare riguardo al libro ed è vedere la luce di una stella.
Leggere il libro, leggere le sue impressioni ancora vivide è stato come vedere la luce di una stella.
La luce è il ricordo che quella stella ci lascia e non sai se sia viva o morta.
Tutto nel libro sembra acquisire vita soprattutto la natura.
Non più natura matrigna come viene vista da chi ha così tanta esperienza da sentirsi intrappolato, ma amica, compagna, custode.
Tutto è vivo, tutto la sta aspettando, lì in attesa di qualcosa di grandioso, e Anna adulta ci guida a conoscere Anna bambina, la sua famiglia, i suoi amici, le sue avventure e le sue marachelle.
Inoltre nel libro si parla della morte dell'infanzia, dell'accorgersi che qualcosa sta cambiando, di essere a contatto con la morte, una cerimonia di gesti rituali, una lenta danza racchiusa in se stessa.
Dov'è la spontaneità in quella danza?
E come si potrà conciliare questa danza con quella che Anna, come qualsiasi altro bambino, sta sentendo?
E come si potrà armonizzare la danza di un bambino con quella degli adulti?
Il libro si chiude con alcuni piccoli avvenimenti, anche di non grande importanza se visti con la mentalità di un adulto, e alla fine una nota di amarezza.
L'infanzia, quest'età dolce e amara, dove si assaggia per la prima volta la vita e ci si scontra con gli adulti.
Cerco di ricordarmi il viso di Anna come lo vedevo prima di leggere il libro.
Tutto sembra aprirsi in una nota di spontaneità.
L'ho vista ancora tra gli alberi, l'ho vista in una risata cristallina.
Che abbia visto la luce della stella?
Non lo so, ma se avessi conosciuto Anna quando era bambina le avrei chiesto di insegnarmi ad arrampicarmi sugli alberi.
Si tratta di un libro che fortemente consiglio, di facile lettura, estremamente evocativo e in qualche maniera familiare anche se non si sono vissute le medesime esperienze.


Qui intervista di Anna Castagnoli sul libro 

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