lunedì 11 gennaio 2016

R.I.P. David Bowie





Qualche giorno fa era il suo compleanno e vedevo su FB  una gif che condensava tutte le sue trasformazioni. Ogni tanto ci cliccavo sopra per fermarla e vedere quel volto, ma era difficile vedere tutti i volti.
In più un disegno vedeva lui, nato l'8 gennaio del 1947, e Stephen Hawking, nato l'8 gennaio del 1942, festeggiare assieme il compleanno. Pensai subito a come queste due persone nate lo stesso giorno e a qualche anno di differenza, hanno guardato allo spazio seppure in maniera diversa.
Non avrò vissuto il periodo del Glam Rock, non avrò vissuto lui come Ziggy Stardust o altro.
Di certo l'ho vissuto più come Jareth, il re dei Goblin in Labyrinth però anche se magari non ricordo tutte le sue trasformazioni, tutta la sua carriera che l'ha portato sempre nell'altrove (dal teatro al mimo, dalla musica rock a quella sperimentale passando per i film), la sua immagine, la sua androgina figura, è diventata un'icona ricordata anche poi dal film Velvet Goldmine di Todd Haynes.
Sentendo stamattina della sua morte, beh credo abbiamo sperato tutti che si fosse trattato di una stupida bufala.
Inoltre altri miti della musica se ne sono andati, persone delle quali onestamente non ne sapevo niente e il mio "ricordo" della loro morte sarebbe stato pressoché inutile.




La canzone che ho voluto condividere è stata Heroes.





Da quel che ho letto sembra che sia arrivata dopo un periodo di profonda crisi dove molti suoi amici e colleghi credevano che non ce l'avrebbe fatta.
Per scoprire poi la nascita di questa canzone c'è qui un'intervista del 1977, a partire dal minuto 7:12.
La voce che sentirete è di Roberto Chevalier, il suo doppiatore ne Labyrinth e di altri alcuni suoi film.





E' morto nel sonno e magari sarò una sciocca sentimentale, ma non posso fare a meno di pensare che abbia avuto la sua ultima trasformazione. 
Solo che non possiamo vederla poiché è ritornato in quello spazio che tanto ha voluto cantare, in un collegamento siderale con ogni particella del cosmo.








di Leigh Lahav


A noi rimane come testamento la sua "stella nera" e tutto quello che, così generosamente, ha creato in precedenza.


8 commenti:

  1. Nemmeno io ho fatto in tempo a vedere l'epoca del glam e di Ziggy polvere-di-stelle, ma ho recuperato tutto quando ne ho avuto l'opportunità. Il Duca è stato la colonna sonora della mia vita per interi decenni e oggi piango sincere lacrime per la sua scomparsa.

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    1. Meno male che si può recuperare grazie anche alla tecnologia che permette di condividere ciò che non abbiamo vissuto di persona. Sarà stato travolgente all'epoca, ma di sicuro lo è anche adesso.

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  2. Ricordo quando lo vidi in Labyrinth... avevo cinque anni

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    1. Anch'io credo di averlo visto da bambina, ma non sono sicura. L'ho rivisto poi qualche anno fa.

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  3. Immenso, è uno dei pochi musicisti che continuavo a seguire, nonostante da alcuni anni io abbia pressoché abbandonato l'ascolto di musica.
    L'ho scoperto nel suo periodo più glitterato, all'epoca di Fame, anche se poi il vero amore è scoccato con la trilogia berlinese.

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    1. Di lui si può proprio dire che era "larger than life"

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Grazie per i commenti

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